07/07/2020
L'EDITORIALE
Reinventare lo Stato. Immaginare la pubblica amministrazione del futuro. Cogliere l’occasione di una rivoluzione inattesa, nata in condizioni drammatiche, per ridisegnare i servizi ai cittadini e alle imprese. L’emergenza coronavirus sta accelerando un cambiamento strutturale profondo. Milioni di italiani si sono trovati improvvisamente a sperimentare il lavoro agile e a lavorare in smart working. Le stime parlano di 2-2,5 milioni nell'amministrazione pubblica e altrettanti nel privato. Un adattamento obbligato avvenuto senza una preparazione specifica, con i tempi stretti dettati dal lockdown e dall’emergenza sanitaria. Un salto quantico che potrebbe rivelarsi come una sperimentazione fine a se stessa oppure innescare quel processo di semplificazione e sburocratizzazione atteso da decenni.
Ma come formare le persone che lavorano nella Pubblica Amministrazione? Perché, come ha detto Paolo Panerai nel suo intervento introduttivo ai lavori di #Ripartitalia / PA, non creare vere facoltà (e non dei corsi o dei master) che formino figure dedicate capaci di entrare subito nei ministeri? E perché non uscire dalla logica del posto fisso e non attirare i giovani più qualificati? «Oggi quale genitore pagherebbe la retta dell’università del figlio per farlo andare a lavorare nell’amministrazione pubblica?».
Una domanda risuonata nel dibattito organizzato da ClassCnbc che più di mille parole sintetizza la necessità di ripensare la nostra PA e regalarle un vero orgoglio dell’appartenenza.